Gli strascichi del pontile
Decisione_CdS_subappalto_Banchina

A Lugano si premiano le ditte che infrangono la Legge sulle commesse pubbliche…

 

Nel mese di settembre 2019, il sindacato Unia ha denunciato le gravi irregolarità verificatesi nell’appalto del Comune di Lugano per la realizzazione della banchina (pontile) a lago in Riva Vela. Il sindacato aveva segnalato infatti un’infrazione della Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb), con il riscorso illegale da parte dell’appaltatore diretto del subappalto, ricorrendo tra l’altro ai servizi di una società che offriva prezzi palesemente sottocosto praticando il dumping salariale, non rispettando gli obblighi dei contratti collettivi di lavoro e che non esitava a ricorrere alla soluzione dei “fallimenti a scopo di lucro” per garantire nel tempo i suoi loschi traffici. Il tutto in un sottofondo fatto delle peggiori logiche clientelari nella gestione delle risorse pubbliche. Unia, oltre a denunciare pubblicamente l’accaduto, aveva segnalato all’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche (UVCP) l’intero incarto concernente questa vicenda. Lo scorso 28 aprile, il Consiglio di Stato, dopo che l’UVCP ha concluso la sua indagine, ha emesso la sua decisione. Ebbene, il Governo ha confermato integralmente gli elementi alla base della denuncia del sindacato. L’epilogo di questa vicenda, rafforza però l’accusa di una mancanza di volontà da parte delle autorità politiche, in questo caso quelle della Città di Lugano, nel combattere realmente queste pericolose derive, ingabbiate in pericolosi interessi clientelari e partitici. Unia ha più volte insistito sulla necessità imperativa che le autorità politiche, le istituzioni pubbliche e giudiziarie debbano considerare prioritaria la lotta contro la “mala-economia”. Altrimenti questo circolo vizioso fatto di dumping del lavoro e sociale, di concorrenza sleale, di sperpero delle risorse pubbliche non potrà mai essere rotto. La vicenda della banchina di Lugano dimostra che siamo ancora lontanissimi dall’aver intrapreso il primo passo in questa direzione…

 

Un richiamo della vicenda

Decisione_CdS_subappalto_Banchina

A inizio 2019, sotto l’impulso del capoufficio del Dicastero Cultura, Sport ed Eventi e granconsigliere PLR Fabio Schellmann, prende avvio il progetto di costruzione della nuova banchina sul lungolago di Lugano, un progetto da complessivo da 227’233,90 CHF. La progettazione è affidata all’architetto Bruno Huber, dello studio Bruno Huber Architetti SA. Per le varie lavorazioni, il Municipio ricorre alle procedure su invito.

Per la commessa relativa alle “opere edili falegname”, comprensive di fornitura dei materiali (legname) e delle attività di posa, sono state “scelte” tre imprese. Due di esse sono attive nel settore. La terza, invece, ha poco a che vedere con le opere edili di falegnameria, soprattutto considerato il progetto della banchina in legno, un lavoro specialistico a cavallo fra la falegnameria e la carpenteria nel settore arredamenti e attrezzature alberghiere. La ditta è la Franco Dell’Oro SA, specializzata in arredamenti e attrezzature per alberghi, ristoranti, bar, comunità, self-service, cucine industriali, cucine per privati, negozi, discoteche e locali notturni. La ditta prescelta non c’entra nulla con le opere edili di falegnameria o con la carpenteria. Vince l’appalto per una serie di motivi precisi. La proprietà della Franco Dell’Oro SA vanta legami professionali con l’architetto Huber e con diversi esponenti politici cittadini. Detto altrimenti, la ditta è ben inserita in quell’intreccio d’interessi affaristico-politici di una parte dei notabili luganesi. Questi legami sono fondamentali. Ma la scelta della Franco Dell’Oro diventa imbattibile per il basso, troppo basso, prezzo offerto alla Città di Lugano. Secondo le offerte presentate dalle tre società, la ditta Franco Dell’Oro ha presentato un prezzo, fornitura e posa, di 67’580 CHF (cfr. doc 2), inferiori del 33,5% rispetto a quella della ditta più “cara” e del 18,5% inferiore al prezzo della seconda ditta “meno cara”. Conoscenze e prezzi stracciati: ecco il mix vincente. Ma come ha fatto la ditta Franco Dell’Oro SA ha offrire questi prezzi ricavandone comunque un profitto?

Sostanzialmente, due sono le modalità con le quali la ditta Franco Dell’Oro SA ha potuto realizzare un profitto interessante nonostante l’offerta a prezzi da dumping. In primo luogo, il legname necessario per l’opera è stato comprato all’estero, in Italia o più probabilmente in Romania, dove i prezzi sono almeno la metà di quelli svizzeri. In secondo luogo, la ditta ha subappaltato illegalmente la realizzazione della banchina a un altro soggetto. La Franco Dell’Oro SA ha infatti ricorso ai servizi di David Campolattaro. Quest’ultimo è un imprenditore che fa del dumping salariale e dei “fallimenti a scopo di lucro” i suoi strumenti privilegiati per assicurarsi il proprio margine di profitto. La sua prima ditta è stata la Ringhio SA, fallita il 14 maggio 2018. Non è ancora dato sapere con precisione i debiti totali accumulati dalla Ringhio SA. Comunque questi dovrebbero aggirarsi tra i 600’000 e il milione di franchi. L’ufficio insolvenza ha versato, al netto e al solo sindacato Unia, la cifra di 211’648 CHF di salari non pagati[1]. Il Campolattare riparte con la ditta Edil Global Services SA, la società che realizzerà in subappalto la banchina di Lugano per conto della Franco Dell’Oro SA. Il 5 settembre 2019, poco dopo la denuncia del sindacato Unia, la Edil Global Services SA fallisce. A fine luglio 2019, la ditta era infarcita di debiti per 1,211 milioni di franchi. L’Ufficio insolvenza pagherà questa volta 94’000 CHF di salari[2]. Il Campolattaro riparte tranquillamente con una terza ditta, la SADEB SA. Questa società non è fallita semplicemente perché la Pretura del Distretto di Lugano ha sospeso la procedura per mancanza di attivo. La società sarà cancellata d’ufficio se entro due anni dalla pubblicazione della decisione non verrà inoltrata un’opposizione motivata contro la cancellazione. Eventualità impossibile, dato che il Campolattaro dovrebbe pagare alcune centinaia di migliaia di franchi di debiti, cosa che non ha mai fatto. Ancora una volta, solo a livello di stipendi, lo Stato ha già pagato 120’209 CHF.

La Franco Dell’Oro SA ha dunque subappaltato i lavori per la costruzione del pontile in Riva Vela alla Edil Global Services SA perché quest’ultima offre prezzi molto bassi, ben sotto il prezzo di costo[3]. Su come faccia dovrebbe essere ben chiaro: non pagando oneri sociali, tasse, imposte e salari (1 salario ogni 3 mesi), David Campolattaro recupera così il suo margine di profitto. E così fa anche il committente: nella fattispecie la ditta Franco Dell’Oro SA ha potuto realizzare un buon margine nonostante l’offerta a prezzi stracciati. E il Comune di Lugano può affermare di contenere le spese. Così facendo si sono alimentati il dumping salariale e la concorrenza sleale…

 

Il Consiglio di Stato dà ragione a Unia su tutta la linea

 

Ritorniamo ai nostri giorni. Quale rappresentante dei creditori (i lavoratori) della Edil Global Services SA, il sindacato Unia ha ricevuto la decisione del Consiglio di Stato concernente la sua segnalazione fatta all’ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche in merito all’appalto della banchina di Lugano. In questi casi, il Governo emette una decisione per ogni soggetto coinvolto. In qualità di rappresentante dei lavoratori, Unia ha potuto ottenere la versione integrale della decisione concernente appunto l’Edil Global Services SA solo grazie al suo stesso fallimento. Sfortunatamente, non è stato possibile fare altrettanto per quanto concerne il principale soggetto coinvolto, ossia la ditta Franco Dell’Oro SA. Si potrà conoscere solo le pena finale, una volta la sentenza cresciuta in giudicato. Questi sono i limiti del sistema, teso a proteggere la “privacy” di chi commette infrazioni di questo genere, nonostante l’indubbio interesse pubblico che anima questa vicenda.

Comunque, da questa decisione apprendiamo un primo fatto piuttosto sconcertante. Il committente, ossia il Municipio di Lugano, avrebbe pagato addirittura 70’740 franchi (IVA esclusa) alla Franco Dell’Oro SA mentre l’offerta riportava un prezzo totale di 67’580 franchi.

Successivamente, il Consiglio di Stato distrugge quella che era stata la linea di difesa della Franco dell’Oro SA e del Municipio, ossia che si fosse trattato – fra la citata ditta e la Edil Global Services SA – di un prestito di manodopera: «Se ne desume che le prestazioni fornite dalla ditta Edil Global alla ditta Dell’Oro non possono in nessun modo essere considerate prestito di manodopera». Il Governo conclude affermando che «in concreto la ditta Edil Global ha ricevuto in subappalto e/o cessione delle prestazioni inerenti l’esecuzione di opere da carpentiere/falegname senza consenso del committente e vietate dalla legge. Quindi la ditta Edil Global ha violato l’art. 45 cpv. 2 lett. A e b LCPubb». In merito alla pena inflitta alla Edil Global Services SA, il Consiglio di Stato precisa innanzitutto che «dal profilo oggettivo la violazione del divieto di subappalto, come pure la cessione del contratto, è da considerarsi grave, già solo perché presente nell’elenco esaustivo dell’art. 45 cpv. 2 LCPubb. La ditta Edil Global è intervenuta sul cantiere in subappalto e/o cessione del contratto senza il consenso del committente. Inoltre tali prestazioni non possono essere considerate marginali, in quanto risulta che sul cantiere abbiano operato unicamente gli operai della stessa. In più sono state subappaltate opere per CHF 9’312.00 (IVA esclusa; cfr. fattura 24 luglio 2019 della ditta Edil Global) che corrispondono a circa il 13% dell’intera commessa parti a CHF 70’740.00 (IVA esclusa, cfr. fattura del 24 luglio 2019 della ditta Dell’Oro».

Sulla base di evidenti infrazioni alla LCPubb, la società Franco Dell’Oro SA ha potuto realizzare, con solo qualche colpo di telefono, un interessante profitto. Ricordiamo infatti che il legname per la banchina è stato comprato all’estero (Italia o Romania) con un notevole risparmio rispetto a una fornitura di legname indigeno. Inoltre, ricorrendo alla Edil Global Services SA, ha ottenuto anche un consistente risparmio a livello dei costi della manodopera preposta alla costruzione della banchina sul lungolago.

Se questi sono i fatti che sono emersi grazie alla denuncia del sindacato Unia e all’inchiesta dell’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche, la vicenda offre altri lati oscuri che chiamano direttamente in causa il Municipio di Lugano.

 

Per il Municipio di Lugano valgono più le amicizie che il rispetto delle leggi…

 

Gli aspetti inaccettabili di questa vicenda non finiscono con quanto raccontato nei paragrafi che precedono. Se fin dall’inizio l’esecutivo luganese ha dato prova di un’assoluta compiacenza nei confronti della Franco Dell’Oro SA, concedendole un appalto per il quale non aveva nessuna competenza, e dell’architetto Bruno Huber, il quale ha potuto gestire indisturbato l’intero progetto, una volta inoltrata la denuncia all’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche il Municipio di Lugano ha dato prova di un’arroganza politica indiscutibile.

Durante la trasmissione Falò del 15 ottobre 2020 dedicata ai fallimenti a scopo di lucro, il municipale Roberto Badaracco affermava in relazione al caso della banchina di legno quanto segue: «Forse non era direttamente del settore [la ditta Franco Dell’Oro SA], però da quanto ci è stato detto a posteriori ovviamente questa ditta aveva già fatto dei manufatti simili. (…) Chiaramente non eravamo a conoscenza [dell’appalto], la direzione lavori ha fatto questo concorso a invito dove partecipavano queste ditte, e anche questa è un’altra lacuna che è stata constata, non sulla base di un capitolato ma di offerte. Quindi in base al prezzo sostanzialmente si è deciso chi faceva il lavoro. (…) A detta dell’architetto [Bruno Huber], che aveva la direzione lavori, neanche lui sapeva all’inizio che erano stati subappaltati questi lavori ma l’ha saputo solo in corso, durante i lavori, il Municipio l’ha saputo solo dopo. (…) Se si sapeva che questa ditta [la Edil Global Services SA] non era idonea non sarebbe mai stata presa e non avrebbe mai potuto lavorare qui. (…) Noi abbiamo fatto tutte le verifiche interne, dopo questo caso, e siamo giunti alla conclusione che il nostro errore, se c’è stato un errore da parte del Municipio, è quello di aver comunque assegnato un mandato sia di progettazione e che di direzione lavori (…) a un ente esterno. Perché effettivamente chi non è abituato a gestire committenti pubblici, come probabilmente questo architetto che non conosceva tutte le procedure fino nei minimi dettagli (perché la legge è complicata), fa degli errori. (…) Avevamo chi doveva farlo [il controllo], (…) il funzionario dei porti e pontili. (…) Doveva farlo in maniera che tutto fosse conforme alle commesse pubbliche. Probabilmente doveva farlo con l’architetto, l’architetto gli ha assicurato che era tutto in ordine e che aveva fatto tutte le procedure».

Dunque, secondo il municipale, la ditta Franco Dell’Oro SA ha agito alle spalle del Municipio e l’architetto Bruno Huber non era competente in materia di appalti pubblici. Motivi gravi che avrebbero dovuto ispirare una grande cautela nei confronti di questi soggetti. E ciò soprattutto dopo che l’Ufficio di vigilanza delle commesse pubbliche aveva avvertito il Municipio di Lugano, il 24 settembre 2019, di aver avviato un procedimento amministrativo verso la ditta Franco dell’Oro SA e aveva chiesto delucidazioni allo stesso esecutivo. Quest’ultimo era già comunque stato preavvertito dal sindacato Unia, attraverso la sua richiesta di accesso all’intero incarto, fatto avvenuto il 29 luglio 2019.

Se vale il principio della presunzione d’innocenza, gli elementi schiaccianti di una chiara infrazione alla LCPubb avrebbe perlomeno dovuto suggerire al Municipio di Lugano di sospendere la Franco Dell’Oro SA e lo studio Bruno Huber Architetti SA da qualsiasi procedura per l’ottenimento di appalti pubblici, almeno fino alla conclusione del procedimento amministrativo citato.

Invece l’esecutivo luganese ha bellamente ignorato qualsiasi precauzione, politica e morale, continuando a foraggiare la Franco Dell’Oro SA. Infatti, scartabellando la lista delle commesse aggiudicate a invito o incarico diretto con importi superiori a 5’000 CHF, secondo quanto previsto dalla LCPubb, emerge chiaramente che la Franco Dell’Oro SA ha continuato a ricevere incarichi con soldi pubblici dalla Città di Lugano ancora dopo il mese di settembre del 2019! La ditta ha ricevuto dall’11 novembre 2019 al 31 dicembre 2020 ben 7 incarichi diretti, per una cifra complessiva di 101’156,05 CHF!

Può darsi che la maggior parte delle commesse date a incarico diretto alla Franco Dell’Oro SA, dopo il mese di settembre 2019, abbiano effettivamente riguardato il suo settore di attività. Il vero problema è che il Municipio di Lugano non ha giudicato politicamente e moralmente di aspettare la fine dell’inchiesta in corso, allorquando gli elementi emersi non lasciavano dubbi sull’infrazione della LCPubb commessa dalla Franco Dell’Oro SA. In sostanza, il Municipio di Lugano ha continuato a premiare una ditta fortemente sospettata di aver infranto la legge, la quale, con il suo agire spregiudicato, ha contribuito a generare danni sociali, finanziari ed economici gravi per l’intera collettività. La sintesi finale di questa vicenda è semplice: a Lugano si può essere sospettati di reati gravi ma questa non è condizione che possa intralciare gli affari e i giochi clientelari. Un brutto messaggio anche per chi, fra mille difficoltà, cerca di contrastare queste derive…

 

[1] La Ringhio SA aveva, a febbraio 2018, dei precetti dall’AVS per contributi non pagati pari a 117’645 CHF, 83’307 CHF nei confronti della Suva, 32’676 CHF di IVA non pagata, ecc. In media gli operai avevano 2-3 mesi di ritardo sui salari, nonostante le loro continue rivendicazioni.

[2] Ancora una volta emerge come David Campolattaro non abbia praticamente pagato nulle dei suoi obblighi legali: l’AVS reclama 137’100 CHF, la SUVA 28’024, l’AFC Divisione IVA 49’796 CHF, l’Ufficio imposte alla fonte 44’535 CHF, l’Allianz Suisse (LPP) ben 177’045 CHF…

[3] La collaborazione fra la Franco Dell’Oro e la Edil Global Services SA è attestata da almeno un altro caso. Daniele De Vecchi è membro del consiglio d’amministrazione della Franco Dell’Oro SA, come pure della società Bar Ristorante Olimpia SA, società che gestisce l’omonimo bar all’interno della sede del Municipio di Lugano. I recenti lavori di ristrutturazione interna sono stati eseguiti dalla Edil Global Services SA.