Il settore degli impiegati di commercio in Ticino è una selva dove prosperano i casi di bassi salari, tanto per usare la definizione ufficiale. Nella realtà, sarebbe più giusto parlare di veri e propri salari da fame, oltre il limite del più bieco sfruttamento. Un perfetto esempio è il caso della Uniral SA, società con sede operativa a Pambio-Noranco e attiva nella «compra-vendita, importazione, esportazione di gelati, prodotti surgelati, alimentari in genere, assunzione di rappresentanze nel campo alimentare, acquisto e partecipazione a società dello stesso genere».
L’amministratore unico della Uniral SA è un tale Mirco Bricalli, mentre il direttore è il signor Leonardo Zaccaro. Alcuni mesi fa, abbiamo ricevuto un contratto della Uniral SA concernente l’assunzione di un “aiuto-ufficio”. Incredibile. Da contratto, la paga ammonta a 1.125 franchi lordi, al netto mille franchi esatti. Tempo di lavoro previsto: 9 ore al giorno e dunque 45 settimanali quale impiegata d’ufficio. Dunque, la paga oraria è pari a 5,50 franchi netti. Lo stipendio minimo consigliato dalla Società svizzera degli impiegati di commercio (Sic) in Ticino ammonta a 3.160 franchi mensili. Quello offerto dalla Uniral SA corrisponde a un terzo del salario, già basso, proposto dalla stessa Sic.
Nel mese di novembre del 2013, il Canton Ticino ha emanato il contratto normale di lavoro per gli impiegati di commercio nel ramo della consulenza aziendale, stabilendo il salario minimo vincolante a 3’160 franchi mensili. È la conseguenza del tasso d’infrazioni ai salari di riferimento riscontrato dalle autorità nella consulenza aziendale, ossia il 39,7 % dei lavoratori controllati.
Non ci sono molte altre parole da aggiungere…