Gli strascichi della vicenda della banchina in Riva Vela a Lugano…

Il caso dell’appalto illegale della banchina in Riva Vela a Lugano produce ancora negativi, anche se per il Municipio di Lugano, in particolare nella persona dell’avvocato Badaracco, la vicenda non è degna neppure di un’inchiesta amministrativa ma definitivamente classata con qualche buffetto ai funzionari responsabili di questo grave caso di dumping con soldi pubblici. Ricordiamo semplicemente che tali alti funzionari comunali hanno infranto le leggi esistenti in materi di appalti pubblici e di controlli elementari in materia di rispetto dei disposti contrattuali… Non c’è stato nessun prestito di manodopera ma un subappalto illegale. Non esiste nessun documento di gara, tutto è stato delegato all’architetto compiacente di turno, il quale ha dato il lavoro all’amico di turno (la ditta Franco Dell’Oro SA), neppure attivo nel settore pertinente all’appalto… Alla fine della catena, la ditta subappaltatrice, la ormai ex Edil Global Services SA, la quale non pagava i propri dipendenti. Più precisamente non pagava proprio nulla: né oneri sociali, né salari, né tasse, né imposte…

Se per il Municipio di Lugano il sipario è calato sulla vicenda, per le vittime della Edil Global Services SA la situazione è ben lontana dall’essere conclusa. Si tratta di riparare i danni causati da David Campolattaro, amministratore unico delle fallite Ringhio SA ed Edil Global Services SA, e dai committenti che hanno tratto profitto dai prezzi assolutamente sottocosto offerti dall’imprenditore in questione.

Per esempio, il sindacato Unia ha avvitato la pratica per recuperare gli ultimi 4 mesi di salari (e di tredicesima) non pagati, attraverso il fondo dell’insolvenza. Solo per i 7 lavoratori dai quali il sindacato ha ricevuto procura, lo Stato dovrà sborsare 136’858 CHF lordi (dopo averne già pagati 211’648 netti per il fallimento della Ringhio SA…). Questo fondo insolvenza è alimentato con una parte dei contributi disoccupazione pagati da tutti i lavoratori (e i datori di lavoro) attivi in Ticino…

Per dare però una dimensione ancora più precisa dell’agire pianificato dell’imprenditore David Campolattaro, e come lui ce ne sono tanti in Ticino, è sicuramente interessante focalizzare l’attenzione sulla strategia attuata a livello di contributi della provvidenza professionale (LPP). Campolattaro si è limitato a stipulare un contratto generale con la cassa pensione Allianz Suisse. Generale perché non ha mai comunicato i salari dei dipendenti soggetti alla LPP e, soprattutto, non ha mai riversato un solo franco di contributi, sia per quanto concerne la quota parte a carico dei lavoratori, sia per quella a carico del datore di lavoro. Non contento, però, David Campolattaro si è spinto oltre. Infatti, ha fissato dei contributi LPP elevatissimi, i quali se fossero stati realmente versati avrebbero trasformato la Edil Global Services SA nella ditta più sociale del Ticino e, forse, dell’intera Svizzera. È così che dei lavoratori di 45 anni, con un salario lordo di 4’800 CHF, si sono visti trattenere 594,65 CHF mensili di contributi LPP! L’obiettivo di questi contributi spropositati è molto semplice: abbassare la paga netta ricevuta dal lavoratore, permettendo quindi al Campolattaro di recuperare una parte del profitto diminuito dai prezzi sottocosto offerti alla clientela… A ciò va aggiunto il fatto che il Campolattaro non ha mai pagato la quota parte LPP a carico del datore di lavoro, altro modo di accentuare il proprio margine di profitto… In sostanza, in poco più di un anno, il Campolattaro ha letteralmente rubato in busta paga ai 7 dipendenti qualcosa come 66’715 CHF! Cifra che può essere comodamente moltiplicata per 2, visto che i dipendenti totali si aggiravano tra le 15 e le 20 unità…

L’articolo 76 della Legge sulla Provvidenza Professionale considera come infrazione penale il fatto di prelevare i contributi ai dipendenti e non riversarli per gli scopi appunto previsti dalla legge. È esattamente ciò che ha fatto David Campolattaro. Per questa ragione, lo scorso 8 ottobre, a nome dei sette lavoratori citati, il sindacato Unia ha inoltrato un documentato esposto al Ministero Pubblico di Lugano. L’obiettivo è chiaro: perseguire c pratiche imprenditoriali illegali. Ogni strada deve essere intrapresa in questo senso, soprattutto quelle che implicano la responsabilità personale di questi individui spregiudicati.

Anche perché David Campolattaro non ha assolutamente smesso di fare “impresa” in Ticino. Mentre la Edil Global Services SA era morente, David Campolattaro già operava con la sua nuova ditta, la Sadeb SA. In poco più di un anno e mezzo, questo individuo ha usato tre ditte, facendone fallire ben due… Forse è ora di bloccare, definitivamente, questo imprenditore. Per farlo sarebbe necessaria la collaborazione di tutte le parti coinvolte, istituzioni pubbliche comprese. Senza dimenticare quei committenti, società o privati, che continuano a dare lavoro a questi personaggi, diventandone di fatto complici, come i proprietari dei cantieri di Pregassona, di Porza, di Paradiso dove ha operato o sta operando la Sadeb SA. È il caso, per esempio, dell’impresa edile Costruendo Suisse SA che sta ancora facendo lavorare la Sadeb SA, quale subappaltatrice per le opere di termoidraulica (!), sul suo cantiere di Breganzona, in fondo a via Pradello…

 

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