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SBSicurezza Sagl: un esempio di imprenditoria responsabile ticinese a firma di Giancarlo Bonifaccio
Il caso che andiamo a svolgere è sintomatico per almeno due aspetti importanti. In primo luogo, fornisce uno spaccato realistico della consistenza di una componente padronale ticinese in forte espansione, la quale basa la propria attività imprenditoriale quasi esclusivamente sull’imposizione di un brutale tasso di sfruttamento della forza lavoro, facendo astrazione da qualsiasi vincolo legale, morale e sociale. In secondo luogo, con il caso in questione, iniziamo ad affrontare una delle tante debolezze del sistema economico elvetico, ossia la facilità da parte padronale nell’usare i fallimenti quale strumento di una vera e propria gestione aziendale. In verità, non si tratta di una debolezza del sistema. Tutto dipende dalla prospettiva con la quale si analizza la realtà, a sua volta influenzata dalla posizione di classe alla quale si appartiene. In questo senso, i fallimenti in Svizzera costituiscono per gli imprenditori un prezioso strumento per regolare la gestione dei loro interessi economici.
Il caso in questione non è nuovo, ha già avuto l’onere di una denuncia sul nostro sito, nonché un’ampia copertura da parte dei media ticinesi. Quasi un anno fa, nel quadro dell’offensiva dell’ Associazione Ticinese Mastri Gessatori e Plafonatori (ATMGP) contro il contratto collettivo di lavoro (CCL) di settore – (ricordiamo la principale rivendicazione padronale: l’introduzione del “garzone”, soluzione che avrebbe permesso di ridurre ancora di più i salari) -, l’allora presidente di questa associazione padronale , Giancarlo Bonifaccio, amministratore unico della CPR Coperture, Plafonature, Rivestimenti SA (CPR SA), con sede a Barbengo, era finito sotto accusa perché scoperto ad aggirare platealmente il CCL del gesso. Ancora un anno fa, il buon imprenditore Bonifaccio proprietario al 95% della ditta SBSicurezza Sagl, attiva, teoricamente, «nell’acquisto, la vendita, la posa di serrature normali e di sicurezza, chiavi, cilindri, chiusure porte, l’esecuzione di sistemi di chiusura, di allarmi senza filo e interventi in caso di scasso». Il problema, però, è che almeno 6 operai della SBSicurezza Sagl sono stati pizzicati dalla commissione paritetica cantonale del gesso (CPC), dai sindacati Unia e OCST mentre eseguivano le classiche lavorazioni di una ditta di gessatura. Alcuni di questi operai erano ex impiegati della CPR SA fatti passare sotto la SBSicurezza Sagl. Il senso dell’operazione era molto semplice: non sottoponendo i lavoratori della SBSicurezza Sagl agli obblighi del CCL gesso, Bonifaccio poteva aumentare il suo margine di profitto oppure mantenerlo invariato ma strappando alla concorrenza, grazie ai prezzi più bassi praticati, diversi appalti. Per chi volesse rinfrescarsi la memoria, rimandiamo al nostro articolo pubblicato (http://www.denunciamoli.ch/contenuti/bozza-automatica-16/).
Come detto, il caso aveva suscitato parecchio scalpore: Giancarlo Bonifaccio ha infatti dato le dimissioni dal comitato LIA e si è dimesso dalla presidenza della ATMGP, pur rimanendo membro del suo comitato e, incredibile ma vero, conservando il suo posto nel plenum della CPC del gesso! La vicenda non è ovviamente è terminata con il calare dei riflettori mediatici. Immediatamente, la CPC del gesso ha avviato la procedura per verificare se la SBSicurezza Sagl rientrasse nel campo di applicazione del CCL del gesso e, segnatamente, l’esistenza di un’infrazione dei disposti contrattuali del settore, resi di obbligatorietà generale dal Consiglio di Stato. Le prove raccolte dai soggetti coinvolti sono stati così schiaccianti che la CPC del gesso ha potuto arrivare a una conclusione: la SBSicurezza Sagl rientra nel campo di attività dei gessatori e perciò va assoggettata al relativo contratto collettivo di lavoro (CCL). Inoltre, lo stesso organo ha confermato che la SBSicurezza Sagl ha usato almeno 5 operai in attività di gessatura su diversi cantieri ubicati su tutto il territorio cantonale e durante un prolungato lasso di tempo. Per quanto riguarda la sola differenza tra gli stipendi effettivamente percepiti e quelli che dovrebbero ricevere secondo quanto fissato dal CCL del gesso, la SBSicurezza Sagl deve complessivamente 22’000 franchi… Inoltre, la CPC del gesso ha formalizzato le infrazioni commesse dalla SBSicurezza Sagl con una multa di 20’000 franchi…
Caso semplice, caso liquidato? Sfortunatamente, la realtà non è così lineare. Giancarlo Bonifaccio, imprenditore del gesso, ex presidente della ATMGP, ex membro del comitato LIA, tuttora membro del plenum della CPC del gesso, invece di rispettare le leggi e disposti contrattuali ha sviluppato una strenua opposizione negando, davanti a delle prove oggettive, che la SBSicurezza Sagl fosse attiva nel gesso. Bonifaccio, però, non ha apportato la benché minima prova per scagionare la sua posizione. Anzi, ha offerto solo del concreto ostruzionismo. I meno avvezzi alle dinamiche del mondo produttivo ticinese e del sistema legale svizzero, potranno pensare che comunque, alla fine, vista l’impossibilità di Bonifaccio nel portare le necessarie controprove, la “giustizia” seguirà finalmente il suo corso, ossia che l’imprenditore pagherà le differenze salariali e la multa ampiamente meritata. Questo non è garantito. Infatti, per sfuggire ai suoi obblighi contrattuali e di legge, Giancarlo Bonifaccio ha fatto ricorso a una strategia sempre più in voga fra gli imprenditori ticinesi: liquidare o far fallire volontariamente le proprie società. L’interesse di ricorrere a questa pratica è presto detto: la liquidazione e il fallimento rappresentano il miglior sistema per non far fronte a debiti di qualsiasi natura essi siano. Dal momento che è la società, quindi la persona giuridica, ad assumere l’onere dei debiti rispondendo unicamente con il proprio capitale sociale e gli attivi aziendali , le persone fisiche, i Bonifaccio di turno, non sono costretti a versare un solo centesimo. Si potrebbe, in molti casi, ricorrere penalmente contro gli organi societari. Peccato che in Ticino iniziative di questo genere siano merce rarissima…
Grazie all’estrema “elasticità” del sistema legale, Giancarlo Bonifaccio cercherà di sottrarsi alla multa della CPC del gesso e di non pagare le differenze salariali agli ex operai della SBSicurezza Sagl. Lo scorso 12 maggio, Giancarlo Bonifaccio ha infatti deciso di sciogliere la SBSicurezza Sagl, avviando di fatto la procedura di liquidazione. Ribadiamo, e lo dimostreremo nei prossimi mesi, l’uso dei fallimenti come strumento di gestione aziendale si sta affermando sempre più. Tutto ciò è possibile perché l’impresa e l’imprenditore sono dei soggetti che nel sistema capitalista elvetico godono di una protezione quasi illimitata. A noi resta solo una domanda: come spiegherà l’ATMGP la permanenza nel suo comitato di un imprenditore come Giancarlo Bonifaccio? Noi una risposta l’abbiamo. Ormai è questa la consistenza di molte organizzazioni padronali, le quali dovrebbero, fra le altre cose, agire contro la concorrenza sleale, anche facendo rispettare i CCL fra i propri membri. Naturalmente per chi crede alle fiabe…
1 Ricordiamo anche che all’epoca dei fatti, Giancarlo Bonifaccio era anche membro, per la parte padronale, del comitato cantonale incaricato di applicare la Legge sulle imprese artigianali (LIA). Ricordiamo pure gli scopi della LIA: favorire la qualità dei lavori delle imprese artigianali che operano sul territorio cantonale; migliorare la sicurezza dei lavoratori; prevenire gli abusi nell’esercizio della concorrenza… A seguito della denuncia, Giancarlo Bonifaccio ha abbandonato questo organismo.
2 La realtà è ancora una volta impietosa. Nei molti casi di fallimenti che abbiamo analizzato, il capitale sociale era già stato recuperato e trasferito su altri conti, cioè evaporato. Per quanto riguarda gli attivi, i beni aziendali, nella stragrande maggioranza dei fallimenti rimane ben poco, briciole per non rendere ovvio ciò che tutti comunque sanno, ossia che l’azienda è stata ripulita e gli attivi spostati altrove…