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Unia Regione Ticino e Moesa
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A fine settembre, l’Associazione Ticinese Mastri Gessatori e Plafonatori (ATMGP) ha disdetto il contratto collettivo di lavoro (CCL) del gesso. Fra i massimi promotori di questa scelta fondamentale, c’è il presidente dell’ATMGP, Giancarlo Bonifaccio. Le ragioni che hanno spinto Bonifaccio e soci sono molto semplici. A causa della guerra suicida basata sulla concorrenza dei prezzi, ossia sul fatto di ottenere appalti a prezzi stracciati, il margine di profitto si è pesantemente eroso. Per recuperarlo, gli impresari gessatori – soprattutto quelli delle principali imprese del settore – hanno già tentato diverse manovre. La principale è quella del declassamento brutale della forza lavoro impiegata: oggi, il 46% dei gessatori attivi sui cantieri è composto di manovali! In questo senso, il presidente dell’ATMGP, nonché membro della Commissione LIA per la parte padronale, non si è risparmiato, offrendo un esempio chiaro e lampante di questa politica imprenditoriale, basata sulla possibilità di peggiorare pesantemente le condizioni di lavoro dei gessatori, sfruttando i limiti del CCL del gesso.
Giancarlo Bonifaccio è l’amministratore unico della CPR Coperture, Plafonature, Rivestimenti SA (CPR SA), con sede a Barbengo in via Prati Botta 22. Nel 2015, la CPR SA disponeva di 29 dipendenti attivi nel gesso. Sempre nel 2015, la CPR SA impiegava 16 manovali, pari al 55,17% della forza lavoro usata. Non male per il massimo rappresentante di un’associazione, l’AMTGP, la quale statutariamente dovrebbe promuovere «l’incremento della formazione degli apprendisti e degli operai specialisti della categoria» (art. 2, paragrafo d). Addirittura, sempre nel 2015, la CPR SA aveva un solo gessatore con qualifica, al quale è stato “imposto” un accordo salariale: invece di un salario orario di base di 29,60 CHF, il lavoratore ha ricevuto 25.60 CHF/ora, praticamente un salario da manovale (e lo è diventato realmente nel 2016, quando gli è stato abbassato a 24,60 CHF/ora). Per completare il tutto, la CPR SA non ha neppure un capo gessatore!
Nel 2016, i lavoratori calano a 23 unità. I manovali impiegati passano da 16 a 10, pur sempre pari al 43,48% dell’intero effettivo. Sempre nel 2016, Giancarlo Bonifaccio ha imposto un triste e pesante cambiamento per molti operai della CPR: a ben 12 di loro il salario è stato ridotto, nella maggior parte dei casi portato al minimo della categoria professionale alla quale appartengono. E alcuni di questi operai lavorano alle dipendenze di Giancarlo Bonifaccio anche da più di 20 anni. La decisione abbassare i salari ha permesso a Giancarlo Bonifaccio di ridurre la massa salariale annua di almeno 29’000 CHF.
Le strategie del buon Giancarlo Bonifaccio non si sono limitate a quanto appena descritto. Lo scorso 7 ottobre, il sindacato OCST ha denunciato la presenza su alcuni cantieri di operai della ditta SBSicurezza Sagl, al 95% di proprietà del presidente dell’ATMGP, impiegati come gessatori ma non alle condizioni previste dal CCL del gesso. In questo senso, è sicuramente utile aggiungere alcuni nuovi elementi anche rispetto a questa vicenda specifica. Sui banchi della commissione paritetica cantonale del gesso (CPC) c’è un rapporto che dimostra inequivocabilmente come il presidente dell’ATMGP abbia aggirato in maniera grave e ripetuta il CCL del gesso. Almeno sei operai della SBSicurezza Sagl sono stati intercettati su quattro cantieri, mentre lavoravano come gessatori, quando invece lo scopo sociale è «l’acquisto, la vendita, la posa di serrature normali e di sicurezza, chiavi, cilindri, chiusure porte, l’esecuzione di sistemi di chiusura, di allarmi senza filo e interventi in caso di scasso». Secondo le informazioni, raccolte dai sindacati, i salari si aggirano tra i 20 e i 24 franchi orari, quando il CCL gesso impone un salario minimo di 24,60 franchi. Senza contare le indennità pranzo di 1,40 CHF/ora, il pagamento del prepensionamento, la protezione in caso di malattia e infortunio, ecc. Un bel guadagno quindi per il signor Bonifaccio.
Quest’ultimo si è affrettato a smentire la denuncia sindacale, affermando che dimostrerà come gli operai della SBSicurezza Sagl non erano presenti in cantiere come gessatori. Impresa impossibile. Prima di tutto, nel cantiere di Canobbio non ci sono ancora le porte. Quindi il presidente dell’ATMGP deve spiegare cosa ci facessero i suoi operai in cantiere… Gli saremmo grati, in questo senso, se ci facesse vedere i contratti di appalto ottenuti dalla SBSicurezza Sagl per la posa di porte, serrature, cilindri… Aspettiamo con ansia questa documentazione. Altrimenti, invitiamo la CPC gesso a richiedere capitolati e fatture ai committenti dei cantieri in questione.
In secondo luogo, gli operai della SBSicurezza Sagl sono stati intercettati dagli ispettori della CPC gesso e dai sindacalisti Unia e OCST, i quali sono pronti a testimoniare in qualsiasi sede il fatto che stessero lavorando come gessatori.
In terzo luogo, due operai della SBSicurezza Sagl lavoravano alle dipendenze della CPR SA ancora nel 2015, in qualità di manovali! Nel 2016, sono stati “trasformati” in garzoni, in estranei al ramo, meglio in “posatori di porte e serrature”… Una riconversione professionale ultra-rapida… che tanfa atrocemente di moderno dumping. Lo stesso dicasi per un terzo gessatore, il quale dopo aver lavorato per la CPR tramite un’agenzia di collocamento, è stato assunto dalla SBSicurezza Sagl. Anche i restanti dipendenti della SBSicurezza Sagl sono tutti gessatori, provenienti da altre ditte del ramo.
Nonostante tutte queste operazioni “lecite” (ma moralmente condannabili) e illecite (civilmente condannabili), il margine di profitto continua a scendere per gli impresari del gesso. Per risollevarlo è dunque necessario aumentare il tasso di sfruttamento della forza-lavoro. Ecco perché Bonifaccio e soci hanno dato la disdetta del CCL gesso, legittimando tale posizione intransigente con la necessità di “modernizzare” le condizioni di lavoro nel settore. Il loro concetto di “modernizzazione” è molto elementare: un ritorno al passato… quando i padroni potevano sfruttare senza nessun ostacolo la forza lavoro impiegata, in una realtà selvaggia non inquinata da contratti collettivi di lavoro, da diritti dei lavoratori, ecc. Su un aspetto in particolare i padroni del gesso sono stati irremovibili: l’introduzione della figura “professionale” del garzone nel gesso (altrimenti chiamato “personale estraneo al ramo”). Questa esigenza “moderna” non ha nessuna giustificazione produttiva. È stata voluta da Bonifaccio e compagni nell’esclusivo obiettivo di abbassare i salari, introducendo una figura professionale che si pensava estinta con la fine della Seconda guerra mondiale. Altro che modernità. I sindacati retrogradi, ancora all’età della pietra, si sono però rifiutati di entrare in materia. Poco male. Ecco la disdetta del CCL gesso. Così il dumping illegale praticato da Giancarlo Bonifaccio non esisterà più, perché in un mercato del lavoro senza regole e obblighi, dove il dumping diventa la legge della “domanda e dell’offerta”… Si spremerà il limone fin quando può dare ancora una goccia di profitto. Poi si chiude baracca, e i Bonifaccio possono godersi la ricchezza accumulata.